MICHELE

UNA FIGLIA E UN NUOVO MATRIMONIO

matrimonio separazione

Arriva nel mio studio, a maggio, Michele, dopo una telefonata durante la quale mi dice di avere problemi con la ex moglie per il mantenimento della figlia maggiorenne ma non autonoma economicamente.

Si presenta un uomo sulla cinquantina ma evidentemente stanco e scocciato, con una mimica facciale che suggerisce rabbia e stanchezza.

Mi consegna un ricorso redatto dall’avvocato della moglie nel quale era stata fissata udienza di comparizione delle parti ad aprile, ma, per fortuna, l’udienza era stata rimandata.

Già comprendo la diffidenza dell’uomo nell’avvocato come professione e la sua reticenza nel voler trovare soluzioni senza litigare.

Mi dice che per la terza volta, la moglie, vuole un aumento del mantenimento della figlia.

Nel discorso che intraprendiamo, nel quale cerco di capire come si sono svolti i fatti, comprendo che la figlia, oggi diciottenne, non ha più rapporti con il padre da quando aveva 10 anni, periodo nel quale lo stesso si è risposato e, per questo motivo, la ex moglie, che non ha sempre imposto spese straordinarie senza chiederne l’accordo, desidera un mantenimento più alto per la figlia.

Proseguendo nel discorso scopro che l’uomo si è risposato e la nuova moglie è molto alterata per i rapporti con la famiglia precedente e, per questo motivo, lo spinge alla lite continua e ad una chiusura su tutti i fronti.

Dopo ampio discutere chiedo se ci possa essere una soluzione da parte sua, per valutare la possibilità di trovare un accordo ma, con voce convinta e ferma, mi risponde che

non c’è possibilità e vuole andare in causa.

Dopo due incontri e discussioni (soprattutto di valore economico) sull’opportunità di trovare un accordo ed evitare che fosse il Giudice a decidere quale terzo e imparziale, riesco a vedere uno spiraglio.

Nei successivi due mesi, dopo tante email al Collega e tante email a Michele, impegnandomi io per prima nel far comprendere la situazione ad una persona che alzava muri continui creati dalla diffidenza e dal “principio”, saldo nell’uomo, di “famiglia vecchio stampo” dove il pater aveva in mano le sorti di moglie e figli, riusciamo a trovare un accordo che, mio malgrado, si arena per altre due settimane per una differenza di 5€.

L’ultima carta che ho da giocare, la mia parcella.

Espongo un’idea di parcella per una causa giudiziale e informo il cliente che la proposta di preventivo per la consensuale era già salita di un paio di centinaia di Euro per l’intenso lavoro che la sua posizione mi aveva portato a svolgere.

La sera stessa troviamo

Accordo di modifica della separazione consensuale

forse con in-felicità di entrambe le parti  ma con la certezza di aver risparmiato in soldi, in tempo e in sangue amaro.

I rapporti tra Michele, l’attuale moglie e la ex moglie, oggi, sono più sereni e il dialogo è migliorato.

Ascoltare i suggerimenti di un esperto nel settore, affidandosi all’esperienza, spesso può aiutare a risolvere problemi che sembrano inaffrontabili.

Vuoi trovare la soluzione per te? Scrivici!