CONSULENZA STRATEGICA RELAZIONALE

DOTT.SSA AURORA ARICI

Aiuto coppie, famiglie e persone che stanno vivendo crisi delle relazioni interpersonali attraverso la Psicologia Clinica Strategica.

L’intervento si sviluppa in pochi ed essenziali incontri finalizzati alla risoluzione del problema. Proprio nelle crisi di questa tipologia, infatti, il tempo gioca un ruolo fondamentale.

La consulenza può essere di una sessione singola se incentrata su singolo obiettivo concordato.

La metodologia utilizzata è altamente pratica, sin dal primo incontro, prende avvio dalla analisi delle tentate soluzioni al problema e mira alla interruzione dei circoli viziosi che lo mantengono. Gli interventi sono sviluppati sugli obiettivi prestabiliti e permettono di sperimentare concretamente il cambiamento, attraverso strategie e stratagemmi “cuciti su misura” sulla dinamica del problema.

Dottoressa Arici, quando la crisi coniugale diventa un problema?

“Sfatiamo un mito: la separazione/divorzio non è per forza un trauma. Sia per chi si lascia, sia per gli eventuali figli. È un cambiamento, che si inserisce in un sistema pregresso (la coppia/famiglia) e come tale produce una serie di effetti.

Può essere doloroso sì, per la maggior parte dei casi lo è, tuttavia dopo le prime reazioni al cambiamento e il disagio emotivo che si crea è possibile ristabilire l’equilibrio. Possiamo paragonare le fasi di adattamento alla nuova situazione a quelle tipiche dell’elaborazione di un lutto, ecco allora che possiamo capire che il problema si crea laddove questo processo di risoluzione del dolore si blocca in qualche sua fase e, nel nostro tentativo di risolvere, ci troviamo di fronte invece ad un circolo vizioso che consolida e aumenta il problema. Facendoci sentire senza via di uscita”.

Siamo in crisi coniugale, come posso aiutare i miei figli ?

“Anche i figli vivono il processo di elaborazione del dolore ed è questo in prima battuta che spaventa, attenzione però a non confondere i loro possibili disagi emotivi in reazione al cambiamento con disturbi veri e propri. Soprattutto nelle prime fasi della separazione nei bambini dai 3 anni in su è possibile vedere “regressioni”, come i capricci nel momento dei pasti, paura di dormire da soli, enuresi notturna, rabbia verso uno o entrambi genitori, rifiuto di fare i compiti o andare a scuola, e così via. Nei ragazzi più grandi invece possiamo sperimentare atteggiamenti di ribellione e provocazione, e spesso un loro tentativo di rompere regole precedenti per fare cose prima non concesse.

Quello che conta per i figli è la modalità con la quale ci rapportiamo a loro.

Divorziare psicologicamente e continuare ad essere un genitore può diventare un problema qualora prevalgono sensazioni di rabbia, dolore o paura.”

Possono dunque capitare difficoltà a “lasciare” che il figlio passi il tempo con l’altro genitore, possono essere messe in pratica logiche di compensazione, come a dire “Ti ho tolto qualcosa da una parte, ma ti devo dare di più da un’altra”, o ancora possono essere messi in atto comportamenti più o meno aggressivi che non permettono all’altro genitore di vivere la relazione con il figlio. Le possibilità sono molteplici, tante quante sono le diverse situazioni che si vivono, il primo passo essenziale è rimettere il focus sulla modalità con quale si continua ad essere genitori.”

Come posso risolvere un conflitto con i miei parenti?

“Incomprensioni, rotture, contrasti, incapacità di arrivare ad una decisione…sono molte le difficoltà e i problemi che possono nascere nelle famiglie e in generale in tutte le relazioni. Il loro punto comune è che spesso nascono da modalità di comunicazione e/o dinamiche strutturali fallimentari che si ripetono nel tempo, fino a diventare una rigida gabbia dalla quale non si riesce ad uscire e in cui nemmeno ci accorgiamo di essere.

Il primo passo dunque è indagare insieme l’interazione problematica al fine di progettare una strategia specifica di cambiamento. Si badi bene che qui l’obiettivo non vuole essere la presa di coscienza o consapevolezza, piuttosto è creare una serie di piccoli comportamenti che, insieme uno dopo l’altro, permettono di sperimentare un nuovo modo di affrontare il problema e dunque costruire la sua soluzione.”

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