MEDIAZIONE CIVILE: PILASTRO DELLA SOSTENIBILITA’ SOCIALE

Quando sentiamo la parola “sostenibilità”, la nostra mente corre subito alla salvaguardia  ambientale: molte modifiche dell’ecosistema da parte dell’uomo, la continua evoluzione tecnologica, il consumismo sfrenato e l’utilizzo irresponsabile delle materie prime portano all’esaurimento delle risorse naturali e ad un pericoloso aumento dell’inquinamento ambientale.

Siamo oramai tutti consapevoli di vivere in una maniera non sostenibile, consumando le limitate risorse naturali della Terra più rapidamente di quanto essa sia in grado di rigenerare.

Siamo tutti al corrente che è necessario uno sforzo sociale collettivo per assicurare il soddisfacimento dei bisogni della generazione presente senza compromettere la possibilità delle generazioni future di realizzare i propri

 

Le politiche di sviluppo sostenibile sono state tradizionalmente focalizzate sul tema ambientale, ma con il tempo il concetto di sostenibilità si è via via ampliato e alla sostenibilità ambientale – volta a garantire la disponibilità e la qualità delle risorse naturali- si è affiancata la sostenibilità economica – per garantire efficienza economica e reddito per le imprese- e la sostenibilità sociale  per garantire qualità della vita, sicurezza e servizi per i cittadini.

 

La sostenibilità sociale è una delle componenti fondamentali del paradigma della sostenibilità, in cui il miglioramento delle condizioni ambientali è associato alla crescita dell’economia e sociale nel suo complesso.

La sostenibilità sociale mira a garantire condizioni di benessere umano -sicurezza, salute, istruzione- equamente distribuite per classi e genere.

L’idea di sostenibilità sociale implica quindi il diritto di vivere in un contesto che possa esprimere le potenzialità di ogni individuo.

 

Come si può realizzare la sostenibilità sociale all’interno di un’organizzazione aziendale?

 

Operare sulla sostenibilità sociale di un’organizzazione vuol dire mettere in pratica delle azioni per favorire l’adozione di percorsi che valorizzino tutti gli individui che fanno parte di quell’organizzazione.

In particolare sarà necessario:

  • Adottare una Carta dei valori, che identifica e rende pubblico l’elenco dei valori ai quali l’impresa si ispira nelle sue scelte.
  • Adottare un Codice etico, che individua l’elenco dei diritti, doveri e responsabilità dell’impresa verso gli stakeholder con i quali entra in contatto nello svolgimento delle proprie attività.
  • Adottare un Sistema Interno di Gestione dei Conflitti (SIGC).

 

Un Sistema Interno di Gestione dei Conflitti (SIGC) è un approccio integrato alla qualità delle relazioni interne e alla gestione dei conflitti interpersonali nelle organizzazioni le cui premesse devono far parte della cultura organizzativa e avere come riferimento la Carta dei Valori aziendale.

L’obiettivo di un SIGC è creare opportunità di auto−miglioramento nello spirito della learning organization, cioè di un ambiente di apprendimento continuo e condiviso, anche partendo da situazioni di crisi nei rapporti fra i soggetti che vi appartengono.

Adottare un Sistema di Gestione dei Conflitti significa prevenire, gestire e risolvere i conflitti che sono dannosi per le organizzazioni, contribuendo a migliorare il clima aziendale.

Il SIGC è stato ideato da Eugenio Vignali, mediatore, formatore, consulente aziendale, coach neurorelazionale ( Per maggiori info https://eugeniovignali.it/)

Nell’attuale panorama è necessaria l’adozione di strategie lungimiranti: non è più possibile limitare le nostre azioni al presente, senza preoccuparci della loro evoluzione e delle conseguenze che esse comporteranno nel futuro.

Vanno considerati piani d’azione per gestire il cambiamento, allineando le visione aziendale a questi principi dello sviluppo sostenibile:

  1. non può esistere crescita economica a lungo termine che non sia sostenibile dal punto di vista ambientale e sociale;
  2. i processi e i servizi devono tutti contribuire ad un mondo sostenibile;
  3. mantenere una credibilità sociale, necessaria per perseguire le attività d’impresa;
  4. un dialogo aperto con tutte le parti interessate aiuta ad identificare problemi ed opportunità.

 

La necessità diventa pensare oggi al modo di affrontare i problemi di domani, porre come fine ultimo delle nostre scelte e azioni la sostenibilità per lasciare intatte alle generazioni future le nostre opportunità, non può che condurci al sostenere l’utilizzo di strumenti efficaci di risoluzione dei conflitti come la mediazione civile commerciale.

 

La mediazione affiancata a un sistema aziendale interno di gestione dei conflitti è la scelta di sostenibilità sociale che tutte le organizzazioni pubbliche o private dovrebbero adottare.

Vuoi scoprire come rendere la tua organizzazione più sostenibile?

 

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IL VESTITO ROVINATO: UN’ APPASIONANTE STORIA DI MEDIAZIONE

PERCHÉ RACCONTARE

UNA STORIA DI MEDIAZIONE

Le storie sono state da sempre usate per educare, ispirare, motivare, mettere in guardia, e quando ancora non c’era la stampa, internet, i social network, servivano per tramandare informazioni importanti di generazione in generazione.

Ancora oggi, a mio parere le storie hanno questa straordinaria valenza, anche se abbiamo ogni mezzo per comunicare informazioni, i nostri pensieri, le nostre idee.

Per questo ho pensato di raccontare i particolari di una storia di mediazione.

 

Ogni mediazione è una storia, è un’ avventura con i suoi eroi o eroine alle prese con un problema che tentano di risolvere in ogni modo.

Come nelle storie ci si appassiona ai personaggi, ci si immedesima, si spera che ce la facciano a raggiungere i loro obiettivi!

Come andrà a finire?

A volte bene, a volte meno bene. Non sempre l’accordo è il finale che si riesce a scrivere.

Certamente ogni avventura di mediazione è un percorso che trasforma le parti e il mediatore: Cenerentola diventa una principessa, il Brutto Anatroccolo diventa Cigno, il Ranocchio diventa un principe.

Anche le parti e il mediatore diventano qualcosa di diverso dopo la mediazione!

La mediazione li trasforma, li rende diversi, forse migliori?

Il fatto

Nell’ottobre del 2019 la sig.ra Francesca consegna alla lavanderia Maria Rosa sas di Mauro, la gonna del suo abito da sposa firmato “F.E.M. Collection” per farla pulire.

Al momento del ritiro notava che le stessa era completamente rovinata: il tessuto era sgualcito a seguito di un lavaggio sbagliato eseguito in acqua anziché a secco, come indicato dall’etichetta.

Il sig. Mauro, titolare della lavanderia, riconosceva il danno causato e si offriva di rimediare e di sua iniziativa, all’insaputa della sig.ra Francesca, sostituì il tessuto della gonna con altro completamente diverso a cui applicava l’etichetta dell’abito originario.

Ritenendo lesi i propri diritti, la sig.ra Francesca si rivolgeva a un avvocato.

La valutazione della procedura di risoluzione della controversia

 

L’avvocato Sara Sandrini esplora con la signora Francesca tutte le alternative possibili.

In primo luogo invia una raccomandata al titolare della Lavanderia Maria Rosa sas, al fine di richiedere il risarcimento dei danni subiti dalla sig. Francesca e quantificati in 4.500,00. La lettera non riceve alcun riscontro.

L’avvocato sconsiglia un giudizio civile stante il valore della causa e i tempi e informa la signora Francesca della possibilità di avvalersi della procedura di mediazione.

Avvocato e cliente decidono di avvalersi della procedura di mediazione quale ulteriore tentativo prima di una causa civile.

 

La scelta dell’Organismo di mediazione

 

L’avvocato Sandrini si attiva rapidamente per scegliere l’Organismo di mediazione a cui rivolgersi tra quelli accreditati dal ministero. Si informa sul regolamento, sulle indennità da corrispondere, sui mediatori. In base alla legge il ricorrente ha la facoltà di scegliere l’organismo sul territorio nazionale.

La scelta ricade sull’Organismo AccademiADR.

 

Il deposito e l’avvio della procedura di mediazione

L’avvocato Sandrini deposita la domanda di avvio della procedura di mediazione, allegando copia della raccomandata inviata alla lavanderia, copia della dichiarazione sottoscritta dal sig. Mauro che scrive di suo pugno di aver rovinato la gonna e di averla sostituita di sua iniziativa, copia della dichiarazione dell’Atelier Fem Collection che indica quale valore indicativo dell’abito la cifra di € 3.500.

 

 

La nomina del mediatore e la fissazione della data

 

Il responsabile dell’organismo di mediazione nomina un mediatore della propria lista.

La segreteria dell’organismo contatta la Lavanderia Maria Rosa sas di Mauro, e fissa il primo incontro a 15 giorni  dal deposito della domanda di mediazione.

 

I possibili scenari:

mancata partecipazione o partecipazione?

 

A questo punto le possibilità sono due: o il titolare della Lavanderia, il sig Mauro comunica di non partecipare al procedimento di mediazione, e di conseguenza il mediatore redigerà un verbale di mancata comparizione; oppure il sig. Mauro accetta di partecipare al tentativo di conciliazione, pertanto il mediatore procede alla preparazione dell’incontro.

La lavanderia Maria Rosa sas di Mauro, decide di partecipare all’incontro, delegando il sig. Andrea, rappresentante di categoria, depositando il modulo di adesione nel quale dichiara che la sig.ra Francesca richiedeva un secondo lavaggio della gonna che non riusciva e che lui stesso decideva di risolvere il problema con un opportuno intervento a regola d’arte. Inoltre evidenzia il fatto che la somma richiesta a titolo di risarcimento del danno è elevata rispetto all’effettivo valore dell’abito e ne chiede la visione per un’opportuna valutazione.

 

Lo svolgimento della mediazione:

fasi della mediazione e tecniche utilizzate dal mediatore

Fase preparatoria. Il mediatore  si prepara all’incontro studiando la documentazione depositata dalle parti.

Si tratta evidentemente di una mediazione volontaria.

 

Sessione congiunta iniziale. Nel giorno e all’ora stabilita, il mediatore incontra la sig.ra Francesca accompagnata in mediazione dall’avvocato Sara Sandrini e il sig. Andrea, delegato del sig. Mauro, titolare della Lavanderia Maria Rosa sas di Mauro. Effettuato il discorso introduttivo dove spiega le regole della mediazione, il mediatore lascia la parola alle parti.

La sig.ra Francesca inizia a raccontare l’accaduto mentre butta sul tavolo cinque pezzi di stoffa che è ciò che rimane della gonna del suo abito da sposa e mostra le fotografie del giorno del matrimonio con molto naturale coinvolgimento emotivo.

Dice di aver incaricato la madre di portare a lavare il suo abito da sposa presso una lavanderia di fiducia.

Ritirando l’abito si sono accorte che non era stato lavato bene, alcune macchie erano rimaste sulla gonna, pertanto chiedevano un nuovo lavaggio. Il secondo lavaggio fatto ad acqua sgualciva completamente la gonna e il titolare della lavanderia cercava di rimediare, tagliando la gonna in 5 pezzi per prenderne il modello e cucendone una con altra stoffa applicandovi l’etichetta dell’abito originale.

L’avvocato Sandrini interveniva evidenziando che tale condotta è persino penalmente rilevante.

Ciò che infastidiva di più la sig.ra Francesca era di non essere stata interpellata nel decidere se volere una gonna nuova o tenere quella macchiata.

Il sig. Andrea, esperto in tessuti e rappresentante della categoria per l’attività di lavanderia, poneva sul tavolo una valigetta che conteneva il necessario per testare i tessuti e, infatti, bruciava un pezzo della stoffa sul tavolo per verificare se fosse seta, davanti agli occhi inorriditi della sigra Francesca che vedeva un ulteriore scempio del proprio abito.Il sig. Andrea guardava con interesse le fotografie del matrimonio e ne indicava una in particolare, in cui la signora era ritratta in un prato verde, considerandola la prova che l’abito era stato rovinato dall’erba e dunque difficilmente lavabile.

 

Tecniche del mediatore. In questa fase il mediatore ascolta attivamente, pone domande di chiarimento dando attenzione a entrambe le parti e comincia a cercare spunti per la risoluzione della lite.

Ricalca spesso le frasi dette dalle parti per cercare di avvicinarle e smussare il conflitto e la distanza di comunicazione che c’è tra le parti: Francesca estremamente coinvolta emotivamente e Mauro, che come uomo, non comprende l’attaccamento all’abito del matrimonio.

 

Le sessioni riservate con la sigra Francesca. Dopo la sessione congiunta, il mediatore decide di separare le parti. Il mediatore chiede di parlare liberamente e senza timore, di esprimere i reali interessi, le priorità e i punti deboli da tenere in considerazione in un eventuale giudizio. Le informazioni riferite al mediatore durante la sessione rimangono confidenziali e non vengono rivelate all’altra parte a meno che non vi sia autorizzazione espressa. Durante la sessione la sig.ra Francesca, ancora un po’ scossa, ripete più volte che lei vorrebbe riavere il suo abito da sposa da conservare. Non sembra che un risarcimento monetario le interessi. Emerge che non è in possesso dello scontrino dell’abito in quanto è stato il regalo di una zia. E’ disposta ad accettare un’offerta economica ma non inferiore a 3.000 euro autorizzando il mediatore a riferire tale posizione.

 

Tecniche del mediatore. Il mediatore fa numerose domande per esplorare i reali bisogni della parte Ho ben capito cosa sta chiedendo, ma fatemi intendere perché chiede proprio questo? Cosa pensate che la controparte debba fare per risolvere la situazione? Cosa pensate di fare se la controversia non si risolve oggi? Cerca di verificare possibili soluzioni alternative: eventuale parziale risarcimento attraverso l’utilizzo dei servizi della lavanderia per sé o per altri.

 

Le sessioni riservate con il sig. Andrea. Il sig. Andrea è un esperto e ritiene che Francesca ci voglia guadagnare da questa storia. Ammette tranquillamente, da esperto, che il lavaggio è stato sbagliato, ma evidenzia anche la buona fede del sig. Mauro, non solo, ma da un punto di vista economico non è disposto a sborsare più di € 1.000, pertanto non può arrivare alla somma richiesta di € 3000, anche se inferiore alla richiesta iniziale di € 4.500.

 

Tecniche del mediatore. Il mediatore cerca di verificare altre soluzione alternative attraverso domande. Emerge così che il sig. Andrea sarebbe disposto, per conto del sig. Mauro, ad accompagnare la sigra Francesca presso un Atelier di grande fama e accollarsi le spese del confezionamento di una gonna da sposa che sia simile a quella rovinata, modello, tessuto, colore.

 

Sessione finale congiunta. Alla sigra Francesca viene prospettata una soluzione di questo tipo: confezionamento di una gonna da sposa presso il rinomato Atelier a spese del titolare della lavanderia e risarcimento di € 1.000. Tale proposta risponderebbe all’esigenza di Francesca di avere una gonna d’alta sartoria e all’esigenza di Mauro di non sborsare più di 1.000 euro.

Francesca e il suo avvocato ritengono necessario consultarsi.

 

L’ accordo

 

Le parti, dopo due ore di mediazione, raggiungono un accordo soddisfacente per entrambi. Prima della redazione del verbale discutono delle modalità concrete di esecuzione dell’accordo: modi e termini per il versamento, fissazione della data d’incontro presso l’Atelier.

Il mediatore forma processo verbale al quale è allegato il testo dell’accordo redatto dalle parti.

 

Tecniche del mediatore. In questa fase il mediatore si limita ad assistere le parti nella stesura dell’accordo che regolamenterà i loro rapporti futuri riepilogando i termini delle intese raggiunte. Il mediatore sottoscrive il verbale attestando le autografie delle firme apposte in calce dalle parti.

 

Effetti dell’accordo. Ai sensi del decreto legislativo n. 28, art. 12, il verbale può essere omologato su richiesta delle parti con decreto del Presidente del Tribunale nel cui circondario ha sede l’organismo e costituisce titolo esecutivo per l’espropriazione forzata, l’esecuzione in forma specifica e l’iscrizione dell’ipoteca.

Le parti decidono di non omologare l’accordo e ne danno spontaneo adempimento secondo le modalità e le tempistiche stabilite con soddisfazione reciproca.

 

Riflessioni del mediatore

 

E’ arrivato il momento di riflettere un po’. Come ho già detto è buona pratica cercare di imparare qualcosa da ogni mediazione per migliorare se stessi e il proprio rapporto con gli altri.

La riflessione può avvenire su vari livelli e a questo punto del corso, sei benissimo in grado di analizzare una mediazione a 360°.

  • Riflettiamo sul conflitto. Quali sono le cause del conflitto, come si è evoluto, a che livello era quando le parti hanno incominciato la mediazione.
  • Riflettiamo sulle parti. Chi erano, che esperienza avevamo, che emotività hanno portato in mediazione.
  • Riflettiamo sulla comunicazione. Come comunicavano le parti. E il mediatore. Che tecniche era opportuno utilizzare.
  • Riflettiamo sul negoziato. Le parti sapevano quali erano i loro bisogni o no. E’ difficile individuare i bisogni delle parti. Quando si deve lavorare per portare la negoziazione dalle posizioni agli interessi. Il risultato è win win
  • Riflettiamo sul mediatore. Chi è. Come si è sentito in questa mediazione. Era neutrale. E’ stato utile alle parti.

 

Sono solo alcuni spunti che anche tu puoi prendere per riflettere sulla storia e i suoi protagonisti, ma anche su te stesso, immedesimandoti nelle parti e nel mediatore: come ti senti? Cosa provi? Cosa avresti fatto? Cosa avresti detto?

 

Corso mediatore civile

Corso mediatore civile

Per risolvere i tuoi problemi legali, oggi puoi evitare di andare in Tribunale davanti a un giudice, ma puoi rivolgerti al mediatore civile presso un Organismo di Mediazione risparmiando tempo e denaro e la soluzione della tua controversia resta sotto il tuo controllo!

Scopriamo insieme chi è il mediatore civile, cosa fa e come si può diventare mediatore.

Corso mediatore civile: un’opportunità professionale.

corso mediatore civile

Il mediatore svolge il procedimento di mediazione, una procedura alternativa di risoluzione delle controversie rispetto al giudizio ordinario.

La Mediazione viene definita come l’attività di assistenza a due soggetti finalizzata sia alla ricerca di un accordo amichevole per la risoluzione di una disputa, sia alla proposta di una soluzione della stessa.

Il mediatore civile, quindi,  non é un giudice ma é un facilitatore,  terzo imparziale che, utilizzando le tecniche di comunicazione efficace, PNL, problem solving, aiuta le parti a trovare la soluzione più soddisfacente al loro conflitto.

Ma come si diventa oggi mediatori civili?

Può diventare mediatore civile chi è in possesso di una laurea almeno triennale e senza limiti di materia o, in alternativa, chi è iscritto a Ordini o Collegi professionali, come per esempio Geometri, Ragionieri, Psicologi.

Bisogna frequentare un corso di formazione per mediatore civile commerciale della durata di 50 ore presso un Ente di Formazione accreditato presso il Ministero della Giustizia.

L’ente di formazione può essere sia pubblico sia privato e viene iscritto in un apposito Registro, denominato Registro Enti di Formazione presso il Ministero della Giustizia in seguito alle verifiche del possesso di specifici requisiti.

AccademiADR è Ente di formazione con sede in Bergamo, Galleria Cosimo Fanzago iscritto al numero 445 del Registro Enti di Formazione.

Puoi  trovare l’elenco completo degli Enti di formazione sul sito del Ministero della Giustizia.

AccademiADR organizza a Bergamo ogni anno il corso mediatore civile base di 50 ore per mediatore civile commerciale  e il corso di aggiornamento per mediatori civili commerciali.

Il programma del corso mediatore civile comprende: la storia della conciliazione, la normativa in materia di conciliazione, le tecniche di Comunicazione e Negoziazione per mediatori civili, come condurre un incontro di conciliazione, simulazioni di casi concreti.

Una volta concluso il corso mediatore civile, con frequenza obbligatoria, dovrete superare un esame scritto e orale.

Superato l’esame siete mediatori civili!

Vuoi iscriverti al corso per mediatore civile commerciale?

ECCO LA LOCANDINA DELLA PROSSIMA EDIZIONE

ECCO IL MODULO D’ISCRIZIONE AL CORSO

Corso mediatore civile: e dopo?

Per esercitare la professione di mediatore civile dovrai far domanda di iscrizione nelle liste dei mediatori di uno o più Organismi di mediazione, e, una volta nelle liste, l’Organismo di Mediazione vi fornirà i casi da gestire.

Il corso mediatore civile è solo l’inizio di una splendida avventura!

Il mediatore dovrà tenersi sempre aggiornato e fare dei tirocini obbligatori ( 20 ogni due anni) presso gli Organismi accreditati.

AccademiADR seleziona accuratamente i propri mediatori civili commerciali e ne valorizza la specializzazione, la professionalità e l’esperienza.

Scopri la chi sono i mediatori di AccademiADR che lavorano sulle sedi di Bergamo, Lecco, Crema, Milano, Brescia Como e Monza Brianza.

Negoziazione assistita e mediazione

Negoziazione e mediazione civile commerciale: due strumenti di risoluzione alternativa delle controversie.

Oggi è possibile risolvere una controversia senza andare in Tribunale, grazie alle procedure che sono ” alternative” al giudizio ordinario in cui un giudice decide il torto e la ragione.

Negoziazione Assistita e Mediazione a confronto

negoziazione-assistita-e-mediazione

Se  pensi che per risolvere un problema l’unica strada sia quella di andare in Tribunale spendendo tanti soldi e perdendo tanto tempo, allora leggi questo articolo perché non è davvero così: oggi puoi evitare di andare in tribunale!

Con lo scopo di  ridurre l’enorme arretrato dei tribunali, gli ultimi governi hanno introdotto nuovi strumenti per favorire la risoluzione alternativa delle cause in via transattiva prima ancora del loro insorgere.

E’ possibile ottenere accordi preventivi tra le parti in lite, grazie all’aiuto di mediatori specializzati o di dei relativi avvocati avviando procedure di risoluzione alternativa delle controversie.

In alcuni casi, prima di iniziare una causa è addirittura obbligatorio avviare una trattativa con la controparte per cercare un accordo.

Se il tentativo di trattativa non viene fatto:

–        È impossibile rivolgersi dopo al giudice perchè è una “condizione di procedibilità”);

–        partecipare solo formalmente alla procedura o rifiutare di partecipare senza un giustificato motivo a sarà un comportamento di cui il giudice verrà dopo messo a conoscenza e di cui terrà conto ai fini di una eventuale condanna al pagamento delle spese processuali.

Le principali procedure di risoluzione delle controversie da seguire obbligatoriamente, senza andare in Tribunale sono due:

  1. la mediazione civile commerciale
  2. la negoziazione assistita dagli avvocati.

Questi obblighi non sussistono per tutti i tipi di cause, ma solo per alcuni: ossia, in determinati casi è necessario attivare la mediazione civile commerciale e in altri la negoziazione assistita.

Mediazione civile obbligatoria

La mediazione obbligatoria impone, a chi vuol intraprendere una causa, di rivolgersi prima a un Organismo di Mediazione situato nella città ove si trova il tribunale competente a decidere la specifica controversia.

Rivolgendosi ad un Organismo di mediazione, le parti con i loro avvocati, con calma e serenità cercano una soluzione soddisfacente, alla presenza di un mediatore, neutrale e imparziale che, in totale riservatezza, aiuta le parti nel percorso conciliativo a ritrovare quel dialogo che possa permettere di individuare rapidamente la risoluzione al conflitto, formalizzandola con un verbale.

Il verbale di accordo sottoscritto dalle parti e dai loro avvocati alla presenza del mediatore ha lo stesso valore della sentenza ottenuta dal giudice dopo anni di causa.

Negoziazione assistita obbligatoria

La negoziazione assistita obbligatoria, invece, si svolge all’interno dello studio degli avvocati.

Il legale di chi intende agire in giudizio invia, prima di iniziare il giudizio, una comunicazione all’altra parte invitandola a firmare una convenzione di negoziazione assistita finalizzata a raggiungere un accordo, evitando la causa, in cui si stabiliscono le modalità da seguire durante la procedura di risoluzione della controversia. Se entro 30 giorni non si riceve risposta o la risposta, nel medesimo termine, è negativa, allora la parte è libera di avviare l’azione giudiziale. Diversamente, si proseguirà nel cammino definito dagli avvocati e rivolto alla firma dell’accordo.

Negoziazione assistita e mediazione: qual’è preferibile?

 

E’ chiaro che la differenza fondamentale tra queste due procedure di risoluzione alternativa delle controversie è la presenza di un professionista specializzato: il mediatore civile.

La Corte Costituzionale, con pronuncia 97 del 2019, pubblicata il 18 aprile 2019 ha enunciato che :

la presenza di un terzo del tutto indipendente rispetto alle parti giustifica, infatti, le maggiori possibilità della mediazione, rispetto alla negoziazione assistita, di conseguire la finalità cui è preordinata”

Leggi la sentenza completa: Sentenza Corte Costituzionale

Vuoi ricercare altre sentenze? Corte Costituzionale

La mediazione civile commerciale e la negoziazione assistita, sono procedure di risoluzione alternativa delle controversie che possono essere attivate non solo nei casi in cui è obbligatorio.

Le parti, infatti, possono rivolgersi a un Organismo di mediazione in tutti i casi in cui si debba risolvere un problema che abbia come oggetto dei diritti disponibili.

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